Il primo maggio è una data importante nel mondo. La celebrazione di tutte le lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Per noi è una data certamente importante ma il giorno che ha segnato uno spartiacque fra prima e dopo è sicuramente il 02 agosto 2012, quando per la prima volta città e lavoratori si sono messi dalla stessa parte per spezzare il ricatto occupazionale contro sindacati, azienda e Stato, paladini di un lavoro che uccide.

L’Uno Maggio Libero e Pensante ha segnato il risveglio di una comunità che ha scelto di riappropriarsi del proprio territorio e dei propri diritti. Dal 2013 ad oggi il concerto Uno Maggio Libero e Pensante è diventato un appuntamento politico importante nel quale, in tutti questi anni, abbiamo dato voce a donne e uomini che in Italia e nel mondo si battono come noi per la tutela dei diritti. Un traguardo straordinario reso possibile dalla generosità di centinaia di artisti che hanno scelto di sostenere la manifestazione esibendosi dal palco di Uno Maggio Libero e Pensante a titolo completamente gratuito. Una generosità che insieme al lavoro eccellente di grandi aziende e professionisti locali, di addetti alla sicurezza e volontari, ogni anno trasforma in realtà ciò che immaginiamo e discutiamo nelle mille assemblee.

In questo contesto unico e per niente scontato la musica ha fatto da amplificatore a tante lotte e ha consentito di accendere i riflettori su ingiustizie e tematiche scottanti spesso ignorate dalle istituzioni e dai mass media.

Questa edizione del nostro Uno Maggio non può che fare i conti con la condizione sanitaria che in un tragico anno di pandemia ha cambiato le vite di tutti e si è abbattuta pesantemente su molte categorie di lavorator*.

Tra le più colpite quella dei lavorator* dello spettacolo dal vivo, un mondo fatto di precarietà strutturale e pochissime tutele che da oltre un anno vive senza un reddito. È l’inevitabile conseguenza di una politica miope che da qualche un decennio ha scelto un approccio liberista depotenziando il ruolo del lavoro culturale, assoggettandolo a logiche di mero profitto o consegnandolo alla marginalità. Per queste ragioni sosteniamo le lotte di coloro che rivendicano la necessità di una riforma strutturale del sistema e il riconoscimento del valore artistico, produttivo e sociale del mondo della cultura e dello spettacolo.

Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti insieme ai direttori artistici della manifestazione, Michele Riondino, Roy Paci e Antonio Diodato, hanno scelto dunque per questa edizione di spegnere la musica e manifestare così la propria solidarietà a tutti gli artisti, i musicisti, le maestranze e gli operatori che da marzo scorso hanno perso il lavoro ritrovandosi ad affrontare una crisi senza precedenti, privi di ammortizzatori sociali e senza un’adeguata risposta da parte delle istituzioni.

Quest’anno non ci sarà nessuna esibizione e nessun concerto in streaming. Anche per ricordare che lo streaming e la riproduzione tecnica rappresentano uno strumento utile ma non una strategia. Lo spettacolo dal vivo non può che essere dal vivo.

Tenteremo quindi nel nostro piccolo di ricambiare la grande opportunità che ci è stata donata in questi anni dai lavorator* dello spettacolo dal vivo mettendo loro a disposizione i nostri canali social e dando spazio ai movimenti, alle associazioni e ai coordinamenti che in questi mesi si sono auto organizzati per chiedere la continuità del reddito e per avviare una riflessione capace di immaginare una riforma strutturale del sistema che consenta di non ripiombare, finita l’emergenza, in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie.

Accanto agli interventi dei professionisti del mondo dello spettacolo dal vivo, i social di Uno Maggio Libero e Pensante ospiteranno come ogni anno, per tutta la mattina, le testimonianze di movimenti e di tanti compagni di lotta con i quali in questi anni sono stati tessuti legami forti e solidi. Insieme parleremo di futuro, ambiente, giustizia climatica e giustizia sociale.

Saranno con noi i compagni di sempre, NO TAV, NO TAP, STOP al BIOCIDIO, i compagni della giovane CAMPAGNA PER IL CLIMA E FUORI DAL FOSSILE, per presentare il lavoro ed i risultati di un anno di lavoro, l’associazione Bianca Guidetti Serra perché la criminalizzazione dei movimenti è diventato aspetto cruciale nella difesa della terra e di chi la abita.

Naturalmente non mancheranno i nostri direttori artistici Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci. Quest’ultimo si unirà a Aboubakar Soumahoro per parlare della “Marcia degli Invisibili” che si terrà nella stessa giornata.

Un’edizione speciale che sarà occasione di bilanci e come sempre di proposte perché è evidente che non siamo diventati migliori come speravamo, non abbiamo rispettato il passo del più debole e chi era indietro lo è ancora di più.

Il mondo intero è stato messo in ginocchio ma non il sistema che lo ha condotto inesorabilmente al collasso. Nei programmi di ripartenza non c’è l’inversione di rotta che statistiche e buon senso richiederebbero.

La programmazione politica del nostro paese, da oltre un anno, è frutto di DPCM, un impianto giuridico dai quali è esclusa la discussione democratica in parlamento, come se oggi fosse ancora il primo giorno di emergenza. Incompetenza e gare di “governabilità” hanno trascinato nella povertà un numero impressionante ed inaccettabile di persone e famiglie.

All’emergenza sanitaria si è sovrapposta questa crisi sociale senza precedenti che si prova ad arginare con politiche securitarie che poco hanno a che fare con la prevenzione e la tutela della salute di tutti.

Per imporre la necessaria inversione di rotta riteniamo sia indispensabile consolidare il significato di rete e di connessione, approfondire insieme tematiche comuni e problematiche più specifiche.

Per questo, nelle settimane precedenti l’Uno maggio, abbiamo organizzato degli incontri di approfondimento con alcuni movimenti che faranno con noi il punto di questo ultimo anno di battaglie; delle presentazioni di libri e progetti, tracciando anche quest’anno un trait d’union tra Taranto ed altri territori, tra autori e studenti, oltre il limite dello schermo.

Certo, ci mancheranno terribilmente i circa 150 volontari che per tre giorni si alternano al Parco delle Mura Greche: dal back stage agli spillatori di birra, donne e uomini mossi solo dalla voglia di essere partecipi di un sogno; ci mancherà la folla che gremisce il parco, le centinaia di migliaia di persone che con voci, urla, foto, video, rendono l’atmosfera magica e l’evento unico nel suo genere; ci mancherà la settimana vissuta interamente al parco ma non ci mancherà mai l’irrefrenabile voglia di cambiare la storia della città e di un Paese che amiamo visceralmente.

Perché l’Uno Maggio a Taranto sarà sempre LIBERO E PENSANTE.