Analisi giuridica e sociale della resistenza popolare alle grandi opere e ingiustizie ambientali

Incontro con l’autrice XENIA
CHIARAMONTE
modera
Gianmario Leone

Analisi giuridica e sociale della resistenza popolare alle grandi opere e alle ingiustizie ambientali

29 Aprile 2019
alle ore 20.00
Parco Archeologico delle Mura Greche

Straordinaria attenzione mediatica, cinquanta procedimenti penali, più di 1.500 indagati, un maxiprocesso con 53 imputati, carcerazioni preventive e accuse di terrorismo: queste le principali caratteristiche della criminalizzazione del più longevo e pervicace movimento sociale in Italia. Fenomeni simili sono diffusi a livello internazionale, laddove progetti dal forte impatto ambientale, come le grandi opere, incontrano l’opposizione delle popolazioni, una resistenza a cui si risponde sistematicamente con la gestione penale del conflitto. Qui il potere giudiziario s’inserisce nella dinamica politica e non opera un bilanciamento fra diritti in cui anche l’opposizione riceverebbe tutela; al contrario, tende a proteggere la società da questo dissenso e a difendere le scelte di politica economica dello Stato. Una lettura inedita della criminalizzazione dei movimenti sociali che sviluppa la strategia dell’accerchiamento teorizzata da Foucault e costituisce il primo tassello di una genealogia del principio di difesa sociale.

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Xenia Chiaramonte (Palermo, 1987) è giurista e sociologa del diritto. Ha conseguito il dottorato in Law and Society nel 2017 e frequentato il master in Sociologia giuridica a Oñati. Ha svolto attività di ricerca presso la University of California di Berkeley (Center for the Study of Law and Society). Oggi insegna al master in Criminologia critica delle Università di Bologna e Padova ed è redattrice online di “Studi sulla questione criminale”. Ha curato il volume Violenza politica. Una ridefinizione del concetto oltre la depoliticizzazione (2018) insieme ad Alessandro Senaldi. Di recente ha pubblicato la sua prima monografia: Governare il conflitto. La criminalizzazione del movimento No Tav (2019).