Chiacchierando con l’Associazione LeA- Liberamente e Apertamente – Lecce abbiamo ripercorso il processo politico che teniamo attivo tutto l’anno, un processo fatto di rapporti umani e di collaborazioni tra più persone, che culmina nella costruzione dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante.

Abbiamo spiegato il perché secondo noi a maggior ragione quest’anno, in piena emergenza Covid-19, ne valesse la pena e di come, abbandonando la forma solita del concerto, sia stato possibile non restare in silenzio e portare ugualmente le testimonianze di lotta su quel palco.

 

La testimonianza di Extinction Rebellion Italy per Taranto, al fianco di chi combatte questo modello economico distruttivo, per costruire, tutti insieme, un sistema in cui i popoli siano il centro e al centro delle soluzioni dei problemi sociali.

Extinction Rebellion Italy è un movimento di disobbedienza civile globale che è nato in risposta alla devastazione ecologica causata dalle attività umane. Utilizzano come strategia quella dell’azione diretta non violenta per costringere i governi a riconoscere l’urgenza della crisi climatica ed ecologica e per provare ad affrontarla. Tre sono le parole d’ordine:

· DIRE LA VERITA in merito ai cambiamenti climatici,

· AZIONI IMMEDIATE per raggiungere l’azzeramento dei gas serra entro il 2025

· OLTRE LA POLITICA affinché i governi istituiscano e vengano guidati da assemblee dei cittadini informati da esperti.

 

 

Il saluto all’Uno Maggio 2020 di Angela Buta interprete LIS – Lingua dei Segni Italiana, nostra compagna di viaggio sul palco Libero e Pensante di Taranto ogni anno dal 2013.

Nel dibattito anche di questa edizione Uno Maggio 2020 il tema della giustizia climatica: in un confronto con l’esperienza europea torna a portarci la sua testimonianza Andrea Berta della coalizione Ende Gelände che chiede l’immediato ritiro del carbone in Germania.

Uniti a Napoli col cuore e nella lotta per i diritti dei lavoratori. Il saluto a Taranto e all’Uno Maggio 2020 dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Eleonora de Majo che racconta del gemellaggio, nato lo scorso anno, proprio in occasione del Primo Maggio Napoli.


Guarda la diretta del collegamento con Uno Maggio 2020 ospitato dalla pagina Facebook dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli con Roy Paci, Virginia Rondinelli e Raffaele Cataldi.

 

L’alleanza con la terra e chi la lavora

Nonostante i movimenti italiani per la giustizia ambientale si riconoscano tutti nella difesa della terra e ogni rivendicazione politica dal basso vada innanzitutto nella direzione della salvaguardia della natura, lo stesso concetto di “terra” viene più comunemente inteso come ideale luogo del vivere (urbano o rurale) e non come reale modello spirituale, politico, produttivo ed ecologico o come possibilità occupazionale. Le campagne sono, in definitiva, periferie non solo geografiche, ma mentali.

A differenza del Sud America e dei sud mondiali in cui le popolazioni indigene – a causa di un interminabile e brutale sfruttamento dei territori e dei gruppi subalterni – hanno mantenuto nel tempo un contatto diretto con la terra e i suoi archetipi, nelle aree meridionali del nord globalizzato l’agricoltura è stata eradicata dall’immaginario collettivo come possibilità di realizzazione personale, identificata dall’economia dello sviluppo a tutti i costi con l’arretratezza culturale e, a seguito delle politiche agricole intraprese, del tutto assimilata ad attività di tipo industriale. L’agricoltura, al contrario, nella sua declinazione contadina ed agroecologica, è una risposta concreta a molte delle crisi moderne.

Nello specifico, potrebbe costituire un argine allo spopolamento delle aree interne del paese, ai cambiamenti climatici, alla devastazione ambientale condotta come guerra a bassa intensità su tutti i territori, all’emorragia di sovranità alimentare e all’assenza di sicurezza alimentare, alla disoccupazione, all’economia lineare, al fenomeno Terra dei Fuochi e – infine – allo smarrimento dell’umanità intesa come esperienza collettiva del “noi”, così come al dissolversi della democrazia in quanto esperienza di autonomia radicale.

Non da ultimo, anche l’indagine sull’indissolubile rapporto esistente tra lotte per la terra e lotte per i diritti delle donne (come contraltare a quello insistente tra distruzione degli ecosistemi e patriarcato) alla luce dell’attuale condizione dell’imprenditoria agricola al femminile, delineerà ulteriormente l’importanza capitale dell’alleanza di ogni comunità con la terra, ma soprattutto con chi la lavora e lotta per essa direttamente nel campo.

Comprendere quanto sia indispensabile la figura dei contadini e delle contadine, il cui numero in Italia nel secondo dopoguerra è scemato dal 50% al 3%, è fondamentale per una lettura de-coloniale della categoria “terra” e una prospettiva per il futuro del pianeta che, proprio dalla terra, trae significante e significato.

Il saluto a Taranto e all’Uno Maggio 2020 di Marzia rappresentante della lotta inarrestabile delle mamme della Terra dei Fuochi, per noi è un abbraccio che si rinnova a distanza di anni sul nostro palco.

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Il DPCM del 22 marzo disponeva la chiusura delle attività ritenute non essenziali.

TAP/SNAM non rientrano nella misura perché considerate opere strategiche, attività necessarie e indispensabili, rientrante nel codice ATECO del trasporto e distribuzione del gas.

Il decreto però si applica ad un’opera terminata e attiva non di certo ad un cantiere in corso d’opera, così, nel pieno di una PANDEMIA GLOBALE, TAP e SNAM continuano a lavorare indisturbate.

Le aziende appaltatrici e sub-appaltatrici hanno sfruttato questa forzatura ed hanno continuato a lavorare nel cantiere di S. Foca, lasciando gli operai al loro destino, senza l’adozione di nessun protocollo sanitario adeguato, senza distanza di sicurezza o dispositivi di protezione individuale, ergo nessuna delle precauzioni richieste per la limitazione del Covid-19.

Qualche operaio ha denunciato questa situazione e il clima di paura a cui sono sottoposti, arrivando a scegliere tra il lavoro e la tutela della propria salute ed a firmare un’autodichiarazione che esonera le ditte da ogni responsabilità.

Operai quindi abbandonati e isolati essendo senza nessuna tutela sindacale perché’ totalmente assente. Siamo di fronte all’ennesimo abuso, i decreti per la tutela delle persone non valgono per chi devasta il territorio, chi agisce imponendo opere inutili e dannose, ha il lasciapassare per distruggere anche la vita della gente.

Gemellati al Festival dell’Alta Felicità dalla sua prima edizione, continuiamo a sostenere la lotta con i NOTAV che da sempre si battono per difendere la loro terra.

Uniti a Napoli col cuore e nella lotta per i diritti dei lavoratori.

Il saluto a Taranto e all’Uno Maggio 2020 di Massimo Jovine, direttore artistico del Primo Maggio di Napoli.